Fughe radioattive in Giappone : l' Italia si distingue sempre

Una nuova nube grigia si alza dalla centrale di Fukushima, sta rilasciando nell' atmosfera 400 millisiviert per ora. Un uomo assorbe in un anno 2,4 millisiviert per esposizione a radioattività naturale; nel 50% dei casi 4 siviert assorbiti nel giro di una settimana su tutto il corpo portano alla morte, oltre questa soglia la sopravvivenza diventa via via più improbabile. Il paese del sol Levante, classificato come la terza potenza economica del mondo dopo USA e la Cina, si poggia su un' industria tra le più avanzate. Tra i settori dominanti spiccano la produzione di automobili, l' elettronica, la siderurgia. Ma lo stadio evolutivo, il rispetto ed il legame che questa società ha per i suoi costumi e le sue antiche tradizioni, non sono bastati per evitare una catastrofe di queste dimensioni. Non sto qui ad elencare i pregi ed i difetti delle centrali nucleari, infatti tutti sappiamo che nonostante si siano affinate le tecniche di sicurezza, le centrali restano comunque impreparate anche ad eventi prevedibili. Produrranno sempre scorie radioattive, le aeree vicine al sito saranno contaminate, ed  i costi di stoccaggio e di costruzione saranno elevati e cresceranno con l' inserimento di sistemi di sicurezza "più efficienti" (alcuni studi dimostrano come una centrale nucleare può produrre energia a costi simili alle altre fonti energetiche). Il problema dell' energia è un problema vecchio, che persiste e persisterà in molte nazioni in cui il territorio non offre elementi alternativi, o dove l' incentivo alla costruzione di centrali con fonti rinnovabili non è stato rilevante. Ma nonostante tutte le nazioni del mondo stanno riflettendo sull' accaduto e stanno revisionando i loro piani per la produzione di energia, in Italia pensare ad un sistema energetico innovativo e lontano dal nucleare è considerato come un gesto irrazionale.